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Galleria di Immagini |
foto di: Franco Alloro |
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L'escursione verso il nord della città ci porta nella Piazza Baldi
Centellis, chiamata così in ricordo dei
primi marchesi della Sambuca, ma
principalmente a memoria di Donna Giulia,
marchesa, e della sorella Maria che nella
prima metà del 600 finanziarono la
costruzione del monumentale tempio, la
Matrice, che domina questa piazza.
La Chiesa occupa una parte dell'antico Castello di Zabut e tutta la
parte della primitiva Chiesa di S. Pietro
Apostolo costruita intorno al 1420.
La nuova costruzione del 600 è quella che possiamo ammirare oggi
anche se gravemente danneggiata dal
terremoto del 1968. Si tratta di una chiesa
a tre navate, divise da colonnati che
sorreggono archi a tutto sesto. Di forma a
croce romana, nel punto in cui il transetto
si interseca con la navata centrale
s'innalza la cupola di ispirazione.
rinascimentale. I muri, le colonne, le volte
reali, le basamenta ciclopiche di pietra
tufacea dura conferiscono al tempio un
rigore e un'armonia claustrale che conquista
il visitatore. Il campanile, che culmina a
guglia piramidale, coperta da quadrelli di
ceramica policrome e sorretta da
enormi ma armoniose foglie d'acanto scolpite
nella dura pietra del tufo, è un raro
gioiello che non è facile trovare
nell'architettura d'epoca della Sicilia
occidentale. Opera di artigianato locale che
lavorò sotto la guida di ingegneri
palermitani, la Matrice è ricca di stili
compositi: il portale di rozzo stile
arabo-normanno proviene di sicuro da una
delle chiese della distrutta Adragnus;
mentre tutto l'ornato del portale della
fiancata destra che si affaccia sulla Piazza
Baldi Centellis è ispirata a motivi
rinascimentali commisti a delicati influssi
barocchi.
Nell'interno sono da ammirare un trittico
ligneo della Crocifissione con i Santi
Giovanni Evangelista e Maria di Magdata
sullo sfondo di una grande pala lignea
raffigurante in bassorilievo l'«Albero dei
Martiri» con al posto dei frutti reliquiari;
L'opera proviene dalla scuola trapanese del
600; una tela raffigurante i Tre Santi
incoronati della Scuola del Novelli; un
affresco staccato dalla parete di una
cappella della Chiesa di S. Giorgio,
attribuito al sambucese Turano;
un'acquasantiera di scuola gaginiana; la
grande pala dell'altare maggiore
raffigurante l'Assunzione di ispirazione
tintorettiana ed altre tele delle scuole
siciliane del 700. |
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